“Lo studio apre la mente e fa bene quanto lo sport”: la saggezza di un millennial ai tuffi, l’italiano Antonio Volpe

“Tuffarsi a Napoli nella piscina della Mostra D’Oltremare, qui dove sono passati dei grandi come Di Biasi e Cagnotto, è un’emozione unica, talmente bella da averlo immaginato ogni giorno quest’anno prima di partecipare all’Universiade 2019”. Negli occhi azzurri di Antonio Volpe, tuffatore millennial (classe 2000 infatti), sportivo fin da bambino, brillano la passione e la dedizione totale a una specialità dei tuffi, quella dei 10 metri, in cui la competizione è ai massimi livelli. “Non temo gli avversari, sono tutti forti, io penso solo a dare il meglio”, confida il giovanissimo Volpe, che nella mattinata di domenica 7 luglio si è classificato 12esimo ai preliminari che davano accesso alle fasi finali, in programma lunedì 8 luglio al Diving Center della Mostra, staccando di fatto il biglietto per la semifinale. Iscritto al primo anno della Facoltà di Farmacia all’Università di Cosenza – un solo esame da dare per stare in pari -, Volpe ha le idee chiare sul suo futuro e persino un pizzico di saggezza, quella che appartiene a un’anima antica: “Vorrei lavorare in questo settore un giorno dopo la laurea, sarebbe un sogno coniugare studio e sport, e poi studiare fa bene al cuore, apre la mente così come l’attività fisica fa bene al corpo”. Prima Universiade e seconda volta a Napoli per il giovane atleta cosentino che ama il tifo partenopeo “capace di dare quella carica in più per l’esecuzione perfetta dal trampolino” e che ovviamente aspira alle Olimpiadi nel suo futuro: “Troppo presto per parlare di Tokyo 2020, per il momento ho gareggiato ai giochi olimpici di Buenos Aires under 18 mentre a fine luglio competerò al Foro Italico di Roma. A piccoli passi costruisco la mia carriera, consapevole di obiettivi, potenziale e lavoro su me stesso da fare”.

Autore dell'articolo: P.4 Mostra dOltremare

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