Elizabeth Janse Van Rensburg, capitano della squadra di rugby femminile a sette del Sudafrica

“Il rugby femminile in Sudafrica non è ancora così competitivo come quello maschile, meno inserito nel circuito rispetto ad altre discipline e il mio impegno personale sarà lavorare affinché ci sia una squadra nazionale femminile di tutto rispetto”. I sogni sportivi delle atlete di queste Universiadi 2019 non sono solo medaglie e podio o Olimpiadi di Tokyo 2020, ma anche la costruzione di un futuro sportivo per le coetanee e per le generazioni che verranno. Ne è sicura la Janse Van Rensburg, classe ’94 e studentessa di Scienze dello Sport all’Università di Pretoria,  capitano della squadra femminile di rugby a sette del Sudafrica, team protagonista di una grande partita vinta contro l’Argentina il 6 luglio allo stadio dell’ex Base NATO di Bagnoli, sede del villaggio del rugby e della fase a gironi. “Un match difficile inizialmente che però siamo riuscite a dominare”, sottolinea la Van Rensburg, orgogliosa delle sue ragazze e perdutamente innamorata di Napoli. “Questa è la mia prima Universiade e sono stata già in Italia,  a Roma,  però girare in questa città, camminare tra i suoi palazzi, ammirare l’oceano dalla nave Costa in cui alloggiamo  – in realtà sarebbe il mare, ma è bello l’accostamento del Golfo di Napoli con i  panorami sudafricani in cui si incontrano gli oceani Atlantico e Indiano al Capo di Buona Speranza – e in particolare le isole e Capri è qualcosa di straordinario. Tornerò senz’altro in futuro”, assicura la giovane atleta Afrikaans.

Autore dell'articolo: Ex Nato

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